mercoledì 24 dicembre 2014

IL CUORE DELLA FOTOGRAFIA


Fotografare: è una parola grossa…
Non va assolutamente presa alla leggera!

Chiunque stia scattando una foto in questo momento senza usare il cuore, non sta “fotografando”… Sta solo eseguendo un ciclo macchina su un dispositivo elettronico-meccanico.

Per me:
Non è FOTOGRAFO chi sta facendo foto ad un cavallo senza amare quell’animale, o gli animali in generale…
Non è FOTOGRAFO chi sta facendo foto ad un corridore senza comprendere lo sforzo e la grinta che quest’ultimo ci sta mettendo…
Non è FOTOGRAFO chi fa foto ai fiori e poi li calpesta…
Non è FOTOGRAFO chi fa foto alle montagne e abbandona la spazzatura…

Non é FOTOGRAFO chi non é veramente catturato e innamorato dalla scena che sta scattando…
Al massimo é un giornalista…  Che non significa certo qualcosa di brutto, anzi, ma di certo non é un fotografo!
E quei pochi fotografi professionisti che scattano bene, lo fanno perché prima di scattare cercano di conoscere il soggetto, si impegnano per fidelizzare e per entrare nello stesso loro stato emotivo.
Di fotografi professionisti bravi ce ne sono e molti di loro li potete trovare tra i miei amici su Facebook.

Ci sono persone che amano veramente questa passione, danno tutto per questa passione, perché li fa stare bene.
Un mio caro amico, M. O. (che non appena accetterá di essere citato posteró il suo nome per intero) si fa prendere dalla fotografia come non ho mai visto in nessun’altro. Ad ogni scatto ben riuscita gli si legge la soddisfazione negli occhi, sembra che abbia appena scalato l’Everest… e poi esclama: oooooooh lá…
E puntualmente mi metto a ridere, perché sembra si sia tolto una soddisfazione enorme, come se prima non riuscisse a dormire la notte… e probabilmente è cosí!!!
M. è una delle poche persone che conosco che fa fotografia con il cuore. Ama quello che fa…
È cosí che deve essere un vero fotografo…

Questo termine oggi è invece stato STUPRATO da ridicoli incapaci improvvisati troppo sicuri di se.

Badate bene voi che avete appena iniziato, questo non significa che non siate in grado di scattare foto significative ad un evento cui siete invitati. Non significa che siete dei buoni annulla…
Significa solo che non siete dei fotografi.
Dovete ammetterlo! e non a me, bensí a voi stessi! O tra qualche mese getterete la vostra reflex nel cestino o in qualche annuncio di Subito.it. E non avrete concluso niente.
Siate umili, imparate, esplorate e mettetevi nella testa che non avrete mai e poi mai finito di imparare.
Anzi, quando avrete acquisito una vostra tecnica e vi sentirete sicuri di poter fare qualunque tipo di scatto, scoprirete al primo evento che non è affatto cosí… anzi… non riuscirete nemmeno piú a fare uno scatto decente, perché siete convinti di poter controllare tutto… Invece c’è sempre un fattore decisivo che non avrete considerato…
E secondo me, è proprio questo il bello della fotografia.

Nella vita, quando avvisto un Airone o un pettirosso vado su di giri!
Mi trasformo in un bambino… Nessuno e nessuna cosa mi puó impedire di gustarmi quel momento, nemmeno la fotografia stessa…
Quando vedo un Cervo, uno stambecco, un Falco, i miei occhi luccicano (veramente) e tutto il mondo si ferma, tutto rallenta. Mi gusto il momento…
Sono animali cosí belli ed è cosí difficile vederli che spesso non oso nemmeno scattare per la paura che al suono dell’otturatore scappino all’istante.
Non mi importa se ho perso lo scatto, avró altre occasioni di incontrarli.
Ma io in quel momento ero felice.

Non fotografo per la smania di fotografare…
Non fotografo tanto per far foto…

Beh dai, ammetto che una volta ho tolto  il rullino da una vecchia reflex analogica scattando all’impazzata solo per ascoltare il meraviglioso suono dei meccanismi dell’otturatore… ma non è certo questo il motivo che mi spinge a far foto (e spero non sia neanche il vostro)…

Non fotografo nemmeno per dimostrare di essere bravo, o per vincere concorsi…
Fotografo per me stesso… perché adoro rivedere quel momento della mia vita passata e riassaporarlo con la mente...

Fare una foto significa imprimere uno stato d’animo in un fotogramma, un sentimento, un momento della propria vita…

Colui che guarderá la mia foto dovrá provare quello che sto provando io in quel momento…

Quando guardo le montagne con il sole, provo serenitá e spensieratezza, e in tutti i modi cerco di trasmetterlo a colui che dovrá guardare le mie foto…
Sono sentimenti forti, che vanno ben oltre le teniche fotografiche, proprio per questo continuo a dire: imparate le basi della fotografia, ma poi, stravolgetele!
Fotografate con il cuore! Con i sentimenti!
Non cercate di sforzarvi di fare la foto piú figa del secolo, lasciate perdere se lo fate con questa intenzione…
È inutile partecipare ad una gara di fotografia cercando solo di essere megliori degli altri…
Divertitevi nella vostra vita, uscite di casa, uscite dalla cittá, cercate di imparare cose nuove, nella vita di tutti i giorni…

Seguite le vostre passioni… fatevi trasportare dal piacere di una situazione, dalla magia delle stagioni, dai colori della natura…

Non chiedetevi come sia possibile farne della scena una foto bella… bensí chiedetevi come sia meglio riprendere la scena affinché i vostri sentimenti vengano impressi con essa…
È difficile da capire e forse per alcuni anche ridicolo, ma è cosí.

Tutto questo per dirvi: lasciate perdere la sofisticatezza delle tecniche fotografiche, che sono importantissime per imparare e saper scattare in modo corretto, ma non devono essere il fulcro della fotografia, impegnatevi invece nel vivere la vostra vita con entusiasmo e passione!

Se siete persone neutre, insignificanti e non provate sentimenti, le vostre foto appariranno per quello che siete (o per quello che provate)…
Siate invece persone felici, intense, curiose, vivaci, vogliose, passionali!
Vivete cazzo!
Esplorate ogni luogo, siate creativi, in TUTTO quello che fate!
Amate il vostro partner, amate i vostri genitori…
Amate questo mondo, amate la Natura (Senza di essa non esistereste!)
Senza le piante, gli alberi, gli animali, non saremmo quello che siamo!
Imparate ad apprezzare i colori di un tramonto, la gelida aria dell’alba, il ticchettio della pioggia sulla tenda o sul tetto della macchina…
Lasciate a casa l’odio e la paura…
Gustatevi i croissant con la crema di un vecchio bar in un centro storico, gustatevi il profumo dei fiori davanti una fioreria, perdetevi tra i colori caldi dei mercatini di Natale, immergetevi nella gioia e nel sorriso dei vostri familiari…
Baciate vostra morosa/vostro moroso e fatele una carezza…
Amate ció che fate e ció che vi sta attorno…
Solo cosí potrete veramente racchiudere in una foto i vostri sentimenti e mostrarli al Mondo intero.

FOTOGRAFARE = PASSIONE = AMORE

Sdolcinato, ma vero.
                                                                                                                                Gabriele Pavan



lunedì 22 dicembre 2014

BUON NATALE !


AUGURI A TUTI COLORO CHE MI SEGUONO, QUI SUL BLOG E NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI...
BUONA NATALE
GABRIELE PAVAN

mercoledì 17 dicembre 2014

LIVELLA NEL MIRINO SULLA - EOS 60D

Ciao a tutti,
questo post per informare una funzione un po' nescosta della Canon Eos 60D.

Molti possessori di Canon Eos 7D o Nikon D800 vantano la possibilità di utilizzare la livella giàa dal mirino, senza quindi usare il display.

Ebbene anche la 60D è dotata di questa funzione, basta attivarla!

Vediamo come fare:

Premete il tasto MENU e dirigetevi sulla scheda C.Funzioni di colore arancione (penultima scheda), spostarsi poi su C.Fn IV: Oper./Altro premere Set.  e sulla 2° seconda "assegna pulsante Set" andate a impostare la funzione 5, ovvero "mirino".

Quando andrete a scattare, guardando nel mirino e premendo il pulsante Set. vedrete la livella nel mirino in basso.

Vi lascio con questo breve video su come attivare tale opzione.


lunedì 15 dicembre 2014

I SEGRETI PER GOVERNARE LA FORTUNA

NELLA FOTOGRAFIA, MA ANCHE NELLA VITA CI VUOLE "FORTUNA"

Ma che cosa significa questo?
Vi siete mai chiesti cosa sia la fortuna?
Avete mai cercato di capire veramente da cosa dipende la fortuna di una persona?

In questo post voglio SVELARTI COME GOVERNARE LA FORTUNA...
Non sapevate che la fortuna puó essere manipolata? No problem.. presto lo scoprirete... 

Pensate alla fortuna come una variabile… o meglio ancora come un EVENTO con un valore espresso in percentuale che ne descrive la probabilità che si verifichi.
Quindi FORTUNA è un evento che una determinata probabilità di verificarsi.
Se la Fortuna ha una probabilitá, allora questa è descritta da un valore numerico che puó crescere o decrescere!…

Esiste una leva che faccia aumentare o diminuire la FORTUNA?
Beh NO…
Almeno non direttamente!
Ma indirettamente SI!
Anzi! Ne esistono molte!
La leva della fortuna dipende da altre leve…

Quali sono queste leve?
Scopriamolo subito!

LA FORTUNA è una COMBINAZIONE di PREPARAZIONE e OCCASIONE….
Senza l’occasione giusta non potrete fare il vostro piú bel scatto, ma se avete l’occasione e non eravate preparati non riuscirete comunque a farlo…
Pertanto affinché si verifichi la fortuna dovrete essere preparati, nel momento giusto, nel posto giusto.

Ecco perció le LEVE che variano la fortuna:

PREPARAZIONE: dovete essere preparati! Nessuno nasce fotografo… Dovete studiare! Imparare… conoscere la vostra attrezzatura, sapere come reagisce, prevedere eventuali problemi per saperli evitare… Essere consapevoli degli effetti delle vostre azioni…
So cambiare obiettivo velocemente e in sicurezza diminuendo il rischio che entri polvere nella reflex o che il materiale mi cada?
So quali effetti procurano gli alti iso alle mie foto?
E’ abbastanza affidabile l’autofocus della mia macchina? O conviene mettere a fuoco in manuale?
Conosco tutti i programmi della mia reflex? So governare tutte le funzioni? So compensare eventuali errori di esposizione della macchina?
Conosco i comportamenti del soggetto che ho di fronte? So quale reazione puó avere allo scatto il soggetto che sto per fotografare? Conosco i momenti in cui un cavallo impenna, un airone sta per prendere il volo, un libellula sta per posarsi, un bambino sta per ridere…
Ad un matrimonio vi siete mai chiesti come si faccia a far fare la scia ai chicchi di riso, prima di andarci al matrimonio, e non li al momento di fretta e furia rischiando di sbagliare impostazioni?
Sapete quando e dove tramonta il sole e soprattutto quale soggetto illuminerà?

Conoscere il soggetto aiuta ad anticiparne le mosse, solo e soltanto in questo modo aumenterete le probabilità di un buon scatto e quindi aumenterete le probabilità di un “colpo di fortuna”.

OCCASIONE: di una cosa sono sicuro, stando a casa le occasioni non si verificano, si perdono. Programmate le vostre uscite! Spulciate in rete gli e eventi e le manifestazioni… Ponetevi un obiettivo, un progetto…
I Mercatini di Natale in questo periodo sono buoni spunti per fotografare, e chi lo sa… magari avete l’occasione di vedere in azione un giocoliere, un mangiafuoco, un flash-mob, un artista famoso, uno scultore…
Progettare un’uscita aumenta le probabilità che si verifichi l’occasione giusta e pertanto aumenta la probabilità che si verifichi la fortuna…


Studiate! (che non vuol dire fare la guerra tra Canonisti e Nikonisti, quello è cazzeggiare, non studiare)
Pianificate un’uscita o ancor meglio un viaggio!
Scoprite gli eventi in zona… osservate il meteo… decidete l’attrezzatura necessaria e razionalizzatela…
Programmate quello che state per fare…
E poi…
Beh, poi perdetevi! Lasciatevi abbandonare dalla bellezza del momento… della cittá… dello spettacolo…
Lasciatevi travolgere dal tramonto! Inseguitelo! Sfruttate la sua luce! Assaporate il momento…

Divertitevi!

Concludo mostrandovi uno dei mie piú grandi colpi di fortuna, una foto che ho potuto fare soprattuto dall'occasione di avere sia una gondola che un vaporetto in manovra e sia un tramonto molto particolare e soffuso con un cielo completamente dipinto di arancione e viola, ma non avrei potuto scattare questa foto se non avessi saputo usare la tecnica giusta, ovvero uno scatto di oltre due minuti che é stato in grado di catturare l'intero movimento delle imbarcazioni...
Questa foto l'ho scelta appositamente perché dimostra come seppur ogni giorno tantissima gente passi per il ponte di Rialto, solo circa 3 persone al Mondo hanno scattato una foto simile... E questa attualmente pare essere l'unica ben riuscita...
OCCASIONE  +  PREPARAZIONE  = FORTUNA

domenica 14 dicembre 2014

LAGO DI SAN GIORGIO IN LAGO (TV) - comune di Revine Lago

Foto di Gabriele Pavan - Canon eos 6D + 17-40
Canon Eos 6D, Canon EF 17-40mm, 60secondi f/14, ISO 100, treppiede, 

Nei dintorni di Conegliano vi sono due piccolissimi Laghi, spesso frequentati da pescatori, proprio in questa foto infatti vi è una barca modificata da un pescatore con un tubo pieno d'aria ancorato ai bordi della barca con la funzione di stabilizzatore, in modo che la barca non si capovolga quando si cerca di tenere la canna da pesca.
E' principalmente popolato da Folaghe e Anatre, ma ci sono un sacco di altri uccellini che si nascondo in un piccolo canneto li vicino.
Un percorso pedonale da la possibilità di girare per intero i due laghi.

Per i curiosi questo posto è qui.

CHIESA DI COSTA a CONEGLIANO - COME HO FATTO QUESTA FOTO

Proprietà di Gabriele Pavan - Canon eos 6D
Canon Eos 6D, Canon Ef  70-200mm  f/4  L  USM,  1/200sec f/16, 200mm, ISO 100, treppiede.
Il Castello di Conegliano domina sulla città e da esso si può ammirare una catena montuosa che emerge in lontananza. Con il teleobiettivo è stato possibile catturare un dettaglio di questi monti.

La chiesa in primo piano è la Chiesa di Costa, vicino a Conegliano.


 Ho usato il teleobiettivo per selezionare solo una parte del paesaggio in lontanaza e isolare il soggetto (il campanile della Chiesa di Costa) che altrimenti si sarebbe notato poco con una inquadratura più panoramica.

Diaframma: ho chiuso il diaframma a f/16 per avere il massimo del dettaglio in tutta la foto e una buona profondità di campo che mi permetta di avere a fuoco sia gli alberi in primo piano, sia il campanile e sia le montagne sullo sfondo. Non ho chiuso di più il diaframma al fine di mantenere un distaccamento trai livelli in cui si trovano i vari soggetti, restituendo tridimensionalità all'immagine e mantenendo il senso della distanza: i teleobiettivi tendono ad appiattire l'immagine diminuendo tridimensionalità, se lo sfondo risulta un pelo sfuocato si riesce a dare conservare il distaccamento tra i soggetti. Inoltre se avessi chiuso di più il diaframma avrei sicuramente notato disturbi di diffrazione ottica che sarebbero andati ad abbassare la qualità dell'immagine.

Iso: scattando su cavalletto non ho avuto problemi di tempi minimi di sicurezza per evitare il mosso, pertanto ho potuto scattare a iso 100 assicurando all'immagine la maggior qualità possibile data dal sensore della Canon Eos 6d.

Live View e messa a fuoco: ho scattato in Live View, mettendo a fuoco manualmente sfruttando l'ingrandimento dell'immagine dal display della 6D, in questo modo ho ottenuto una messa a fuoco di precisione sul soggetto.

Esposizione: ho sottoesposto di circa mezzo stop, al fine di non bruciare (sovraesporre) il cielo perdendo quindi informazioni.
ho successivamente alzato leggermente le ombre con Lightroom (o con photoshop o Gimp).








mercoledì 10 dicembre 2014

CORSO DI FOTOGRAFIA 5# - LA PROFONDITÁ DI CAMPO

LA PROFONDITÁ DI CAMPO

Lo sfondo sfocato su una fotografia è uno dei maggiori desideri di un fotografo principiante, infatti un buon sfondo omogeneo e sfumato è molto spesso indice di una foto pulita e piacevole, nonché di una foto professionale.
Lo sfondo sfocato ha origine da una scarsa profondità di campo.
E vi starete chiedendo: cos’é la profondità di campo?
La profondità di campo è quell’area in cui il soggetto è a fuoco… Se spostate la messa a fuoco vi accorgerete che questa agisce in profonditá, ovvero si sposta piú vicino a voi o piú lontano, come se fosse racchiusa da due limiti oltre i quali tutto è sfuocato e all’interno dei quali è tutto a fuoco. La distanza tra questi due limiti si chiama profonditá di campo. Piú è elevata la profonditá di campo e piú è grande lo spazio in cui il soggetto è a fuoco.

Cominciamo dall’inizio, nel mio precedente articolo ho spiegato cosa sia la messa a fuoco ( e puoi leggerlo qui ), dove ho ben descritto ch eun'immagine a fuoco lo é perché tutti i fasci di luce derivanti dai soggetti interessati convergono in un solo punto sul sensore della fotocamera (questo a grandi linee, per comprendere meglio questo argomento vi invito a leggere tutto il post sulla messa a fuoco).
Questi fasci creano quindi un sorta di cono che va dal soggetto al sensore, con la punta rivolta verso il sensore.

Spesso vediamo sia foto con soggetti a fuoco e con uno sfondo completamente sfocato, oppure nel caso di foto paesaggistiche tutta l’immagine a fuoco ( dove sia il soggetto in primo piano che il panorama-sfondo sono a fuoco).
Questi due casi sono l’uno l’opposto dell’altro, ovvero il primo ha una profondità di campo ridotta mentre il secondo caso ha una profondità di campo molto elevata.

Immaginate che di fronte a voi e alla vostra fotocamera ci siano due lastre di vetro enormi… enooooormi!!… al cui interno i soggetti sono a fuoco mentre all'esterno  sono sfocati.
Avete quindi creato tre aree, uno davanti a voi che parte dalla fotocamera fino alla prima lastra, uno che va dalla prima lastra alla seconda e una che va dalla seconda lastra fino all'infinito.
Tutto ciò che è fuori dallo spazio tra le due lastre è sfuocato, sia davanti che dietro, mentre tutto ciò che sta all'interno è a fuoco.
La profondità di campo è lo spazio che intercorre tra le due lastre.
Se dentro alle due lastre ci sta a malapena il soggetto allora si dice che la profondità di campo è ridotta, se invece ci stanno più soggetti allora si dice che la profondità di campo è elevata.



In poche parole ogni volta che ruotate la ghiera di messa a fuoco state spostando queste due lastre (sempre nell'immaginario), e per mettere a fuoco le spostate affinché contengano il soggetto.
La distanza tra queste lastre però non è sempre fissa (e per fortuna!), e varia a seconda di alcuni parametri:
i principali parametri sono: la focale intesa in millimetri (ovvero lo zoom, che ho descritto molto bene nel mio post sugli obiettivi, qui che vi invito ardentemente a leggere nel caso voleste acquistare un nuovo obiettivo o vi cimentaste per la prima volta nella scelta di una reflex) e il diaframma (che verrá spiegato qui ).
- Focale: Piú voene ingrandita l’inquadratura attraverso lo zoom, e piú le due lastre si avvicinano, e quindi si restringono sul soggetto, creando maggior sfuocato al di fuori di esso, questo puó essere un vantaggio se ci piace uno sfondo sfuocato e quindi diamo elevata importanza alla qualitá dell’immagine e al suo lato artistico, ma è un grosso problema per la messa a fuoco: se le due lastre si avvicinano sará molto piú difficile mantenere il soggetto all'interno di esse  (nel caso di un soggetto in movimento) e questo mette in crisi sia voi che il sistema di messa a fuoco che deve essere molto preciso per inseguire un soggetto in movimento come una macchina, un cane o ancor peggio un uccello (piccolo e scattoso).
- Il diaframma, ovvero: piú si apre il diaframma e piú i piani-lastre si avvicinano tra loro, diciamo che aprendo il diaframma si ottiene, nella profonditá di campo, lo stesso effetto dello zoom.
Per "aprire il diaframma" si intende abbassare il numero che sta dopo il simbolo f, per esempio in fotografia diaframmi aperti sono f1.8, f2.8, f4…Mentre diaframmi chiusi sono f22, f30, f32.
Il diaframma lo tratteró in un altro articolo (quihttp://gabrielepavan.blogspot.it/2014/12/corso-di-fotografia-il-diaframma.html) ma sostanzialmente è un foro formato da piccole lamelle che consentono di variarne il diametro, quindi in sostanza è un foro di dimensioni variabili che fa entrare piú o meno luce nel sensore e che al suo chiudersi oltre a far diminuire la luce in entrata fa anche separare le due lastre che contengono il soggetto e quindi aumentano la profonditá di campo.
Quindi, se uso un teleobiettivo e zoomo molto, creo piú sfocato sullo sfondo ma fatico a mantenere il soggetto a fuoco perché le due lastre sono molto vicine. Anzi, non è nemmeno detto che tutto il soggetto sia a fuoco! Fotografando un cavallo per esempio di fronte, potremmo avere a fuoco la testa del cavallo ma non il cavaliere (o viceversa), quindi per compensare questo problema chiudo il diaframma e aumento la profondità di campo (ovvero la distanza tra le due lastre) finché tutto il soggetto risulti a fuoco…
Chiudere il diaframma puó tornare utile in fotografia sportiva perché anche se la messa a fuoco è errata (di poco peró!) è probabile che il soggetto sia rimasto a fuoco…
Nella fotografia paesaggistica è buona norma di composizione riempire il fotogramma con un soggetto molto vicino e uno sfondo molto lontano, per esempio un ramo intrecciato in primo piano e il tramonto sul mare in secondo piano sullo sfondo. Se mettiamo a fuoco il ramo e teniamo una profonditá di campo ridotta (lastre molto vicine tra loro) allora il tramondo verrá sfocato e, a meno che non sia creato appositamente come effetto artistico, questa foto risulterá poco piacevole. Per mettere a fuoco sia il ramo che il tramonto dovró chiudere molto il diaframma fino anche a f16 (che è il valore che piú spesso uso nei paesaggi) in modo da aumentare drasticamente la profonditá di campo (quindi allontanare le lastre tra loro) finché tutti i soggetti, sia il tramonto che il ramo, siano a fuoco.
Problema:
Un diaframma molto chiuso fará entrare pochissisma luce, e saró costretto ad aumentare i tempi di scatto e quindi ad usare il cavalletto… ma questo lo spiegheró in un altro articolo piú avanti.



La ricerca dello sfondo sfuocato va di pari passo alla ricerca di qualitá e di nitidezza in una foto e di conseguenze alla ricerca di attrezzature sempre piú professionali e costose.
Un buon compromesso per avere un buon sfuocato sullo sfondo é quello di usare un teleobiettivo (come un Canon EF 55-250) zoomare al massimo e avvicinarsi molto al soggetto (nei limiti della messa a fuoco), oppure acquistare un obiettivo molto economico come il Canon Ef 50mm f1.8 il cui prezzo si aggira sui 100€.


martedì 9 dicembre 2014

CORSO DI FOTOGRAFIA 2# - GLI OBIETTIVI

GLI OBIETTIVI

Molti mi chiedono come si faccia a scegliere l’obiettivo giusto e come capire qual è meglio di un altro…
Beh la risposta è semplice: più costa e meglio è!

E grazie tante!! direte voi…
Peró é cosí... un po' come tutte le cose...
Abbiamo già capito quindi che i limiti alle nostre fotografie sono variabili in funzione del budget…
Dispiace dirlo ma è così… Più l’obiettivo è buono e sicuramente migliore sarà la qualità d’immagine della foto, che non significa che sarà una foto più bella, ma sarà qualitativamente migliore, e probabilmente avrete delle possibilità in più di fare un buon scatto in condizioni critiche come in luoghi con scarsa luminosità. Molti obiettivi professionali hanno inoltre guarnizioni che consentono di proteggere i meccanismi dall'acqua in modo da poter scattare sotto la pioggia o in condizioni particolarmente umide.
Partendo dal presupposto che la luce passa prima per l’obiettivo e solo poi arriva alla reflex, mi permetto di dire che una foto scattata con un obiettivo professionale abbinato ad una reflex scarsa abbia una qualità molto più alta di una foto scattata con una reflex professionale ma con un obiettivo scarso.
Pertanto un buon obiettivo é in grado di imprimere nel sensore una foto di qualità, mentre uno scarso obiettivo restituirà una foto qualitativamente peggiore. Questo è valido in generale, ma ci sono sempre delle eccezioni… Non sempre un obiettivo economico restituisce bassa qualità, ci sono obiettivi (come il Samyang che ho recensito qui e qui ) che sono costruiti all'antica, e sono totalmente manuali, essi non hanno nessun automatismo e nessuna tecnologia, ma restituiscono una qualità d'immagine molto spesso superiore agli originali.

Non mi stancherò mai di ripetere: risparmiate nella reflex e investite in un obiettivo, perché mentre la vostra reflex, per quanto innovativa, tra un anno sarà ormai superata, un obiettivo manterrà nel tempo il suo valore e potrete rivenderlo più facilmente, o comunque potrà seguirvi nei prossimi anni.

Al contrario di quel che comunemente si potrebbe credere, un sensore molto nitido e con un elevato numero di pixel non compensa la scarsa qualità di un obiettivo bensì richiede maggior qualità da quest’ultimo, altrimenti ne accentuerà i difetti.
Una Canon Eos 7D per esempio ha una definizione molto elevata su un sensore molto piccolo, e quindi tutti i pixel sono molto piccoli e questa condizione accentua il micro mosso nelle foto e le aberrazioni cromatiche in situazioni di elevato contrasto.
Ricapitoliamo:
- L’obiettivo è il primo fattore che determina la qualità di una foto
- L’obiettivo è il primo contribuente della velocità di messa a fuoco
- Un buon sensore richiede un buon obiettivo
- Uno sfocato omogeneo sullo sfondo dipende in gran parte dall’obiettivo.

Quindi si può dire che l’obiettivo sia la cosa più importante tra gli strumenti fotografici nonché l’investimento più duraturo (e forse più elevato).

Zoom:
nelle fotocamere compatte si è soliti ragionare in X (per), tipo 3X, 5X, 10X etc… Negli obiettivi per le reflex si ragiona invece in millimetri mm (es. 18-55mm, 50mm, 55-250mm, etc).
Chi di voi ha osservato gli obiettivi per reflex avrà sicuramente notato che questi sono descritti da una sigla numerica formata da un intervallo di numeri, per esempio 18-55, 18-135, 75-300, 55-250… Questi numeri sono la focale dell’obiettivo, ovvero l’escursione di  zoom (ingrandimento) che possiedono, e quindi l’effetto di ingrandimento che danno al soggetto.
Il 18-55mm per reflex Aps-c è uno degli obiettivi più diffusi e più comunemente usati poiché viene spessissimo incluso nel kit di vendita di una reflex e più o meno corrisponde alla normale vista umana: approssimativamente a 18mm assomiglia alla vista con due occhi mentre a 55mm assomiglia alla vista con un occhio solo (molto molto approssimativamente, poiché l’intera vista arriva a 180 gradi, ma la nostra vista periferica non ci restituisce un’immagine dettagliata, bensí delle forme minimamente distinguibili, quindi a 18mm non abbiamo una foto grandangolare a 180 grandi (stile GoPro) bensí corrisponde al nostro modo di vedere una determinata scena in modo nitido e preciso, ovvero dove si concentra il cervello.

Per chi proviene dalle compatte, il 18-55mm è un zoom 3X…
Ma per cercare di capire cosa siano i millimetri in un obiettivo cerchiamo prima di comprendere cosa siano i X in uno zoom.

3X viene ricavato da un semplice calcolo: focale massima / focale minima…
nel caso del 18-55mm : 55 / 18 = 3,05 à arrotondando per difetto otteniamo 3X.
Ma anche questi obiettivi sono 3X  !!!
Obiettivo standard usato nelle Full Frame: Canon 24 – 70mm    à 70 / 24 = 2,91   à arrotondando 3X
Teleobiettivo standard per sport e ritratti: Canon 70 – 200mm à  200 / 70 = 2,85 à arrotondando 3X
Teleobiettivo per sport e foto naturalistiche: Canon 100 – 400 mm à 400 / 100 = 4  à poco piú di 3X
Il punto è che un 70-200 che è un medio tele e viene considerato un 3X tanto quanto lo viene considerato un 18-55mm… Il primo peró ingrandisce una persona che si trova anche a 20-30 metri, mentre il secondo ingrandisce una persona che si trova al massimo a 7-8 metri (all’incirca).
In poche parole moltiplicano per tre volte la loro visuale minima, quindi ingrandisce il fotogramma per 3 volte, ma la focale di partenza è diversa per i due obiettivi: il 18-55 ha una visuale/focale di partenza molto piú ampia rispetto al 70-200mm.
Dire che un obiettivo è un 3X serve molto a poco perché non conosciamo l’ampiezza iniziale di un obiettivo… Inoltre è valido solo per obiettivi zoom, per gli obiettivi fissi non esiste questa classificazione.

Molte fotocamere compatte vengono vendute con impresso la scritta 3X di zoom sulle caratteristiche, ma quello che veramente bisogna sapere è il numero della focale minima: una fotocamera con un obiettivo con una focale minima di 24mm è molto più grandangolare di una con focale minima di 28mm… Quindi quella con 24mm riesce a prendere più soggetti e ha un angolo di campo maggiore.
Grandangolo = visuale più allargata, più ampia = ampio (grande) angolo di campo.
Un obiettivo fisso, come un 50mm non ha zoom quindi siete voi a dovervi spostare per correggere l’inquadratura, non può essere descritto con la tecnica del X, perché non c’è nessun calcolo da poter fare e non ha nessuna variazione di ingrandimento. Usare un 50mm (su Full frame) è come guardare il mondo con un occhio solo e pertanto è necessario spostarsi per osservare un oggetto in modo più ampio.

Da qui possiamo classificare gli obiettivi in due grandi categorie:
OBIETTIVI ZOOM: quelli che siete più soliti usare, sono infatti i più comodi e diffusi. Questi obiettivi danno la possibilità di correggere l’inquadratura e di ingrandire o allargare l’immagine a vostro piacimento. In generale questi obiettivi hanno una qualità quasi sempre inferiore ai fissi, ma sono molto più versatili e comodi.
OBIETTIVI FISSI: non cambia l’escursione focale, ovvero potete variare solo la messa a fuoco, proprio come l’occhio umano, dovrete spostarvi voi per inquadrare il soggetto. Generalmente, avendo al loro interno meno parti mobili, questi obiettivi hanno una qualità maggiore rispetto agli obiettivi Zoom. Gli obiettivi degli smartphone per esempio sono fissi, non hanno variazioni di focale e quindi non hanno zoom e l’ingrandimento che ottenete pizzicando l’immagine con due dita viene dato dal sensore ritagliando l’immagine con una perdita qualitativa assai elevata.
Se vi affacciate al mondo reflex dovrete per forza abituarvi a ragionare in millimetri.
Piú tecnicamente i millimetri sono la distanza tra il sensore (piano di messa a fuoco) e il centro ottico di un obiettivo, ovvero la lente di messa a fuoco, che generalmente è tra le più esterne.
Ed è per questo motivo che i teleobiettivi sono sempre molto grandi…
Un 50mm è molto più compatto di un 400mm, proprio perché nel 400mm la distanza tra sensore e lente di messa a fuoco è di 400mm, mentre nel 50mm è appunto di soli 50mm.

Possiamo suddividere in gruppi di visuale i vari millimetri:
 8 - 20 à grandangolo estremo   à corrisponde alla visuale che abbiamo guardando con tutti e due                                                             gli occhi, compresa la vista periferica
20 - 50 à grandangolo normale à corrisponde alla visuale che abbiamo con un occhio solo,                                                                       ovvero quando focalizziamo qualcosa
50 – 100 à medio tele à obiettivi che ingrandiscono e isolano un soggetto, per esempio un volto

100 – 300 à teleobiettivi à ingrandiscono un soggetto lontano, sono utili nello sport, o per                                                               ingrandimenti
300 – 600 à teleobiettivi spinti à utili per la caccia avi faunistica, sono usati molto spesso per                                                                   fotografia naturalistica o sportiva. I paparazzi di solito usano                                                                    questi obiettivi. Sopra i 300mm i prezzi si alzano parecchio.

                                Foto scattata a 8 mm    
 


                                Foto scattata a 10 mm
 
                                                           
C’è una piccola sezione di obiettivi, in particolare teleobiettivi estremi, come l’EF 1200mm Canon, che sono destinati ad usi molto particolari e sono davvero ingombranti. Il loro valore si approssima a quello di un appartamento in centro cittá, e non sto scherzando.
Bene, questi obiettivi li lasciamo perdere per il momento e ci manteniamo su quelli compresi tra i 10mm e i 400mm.
Ho parlato in qualche articolo fa che nello schema ottico di un obiettivo è compreso anche un meccanismo chiamato DIAFRAMMA, ovvero una serie di lamelle unite tra loro che sovrapponendosi o distanziandosi allargano o restringono un foro variandone quindi il diametro che, proprio come un rubinetto, fa entrare piú o meno luce. Ne parleró meglio in un articolo dedicato che sará presto disponibile qui, tra qualche giorno.

In generale, ogni lente (anche quella di un occhiale) ha una zona in cui é piú nitida e una in cui si vede un po’ più sfocato e in cui l’immagine risulta un po’allungata-stirata verso l’esterno: per motivi di costruzione la zona centrale è sempre la più nitida mentre la zona laterale è sempre la meno nitida. Per risolvere a tale problema viene eliminata la zona meno nitida (ovvero la parte piú esterna della lente) attraverso il diaframma incorporato nell'obiettivo e quindi chiudendosi di un pochino va a coprire la zona più esterna della lente facendo passare la luce solo nella zona centrale, ovvero quella più nitida (per semplificare la comprensione di tale fenomeno ho descritto il meccanismo basato su una sola lente, in realtá, sebbene il diaframma sia solo e soltanto uno per ogni obiettivo, tale fenomeno si manifesta su quasi tutte le lenti dello schema ottico).

Un diaframma è totalmente aperto quando il suo valore è zero (f 0,0) ed é come se proprio non ci fosse (nessun obiettivo ha diaframma minimo pari a zero, è pressoché impossibile… Mentre un diaframma chiuso si aggira sul valore f 32 ed è pari ad un foro di circa un millimetro (o anche meno!). In poche parole si ragiona al contrario di come si á abituati: un numero piccolo descrive un foto/diaframma aperto, mentre un numero grande descrive un foto/diaframma chiuso.

Abbiamo quindi compreso che ogni obiettivo ha un diaframma minimo di apertura, per compensare i problemi che la lente ha ai bordi, e che quando il valore è più basso l’obiettivo è migliore ( e quindi più costoso).
In generale un obiettivo economico avrà un diaframma con un minimo di apertura minore rispetto ad uno professionale. Mi spiego meglio: un obiettivo economico avrà impostato da fabbrica un diaframma sempre un po’più chiuso rispetto ad uno professionale, per compensare i difetti delle estremità della lenti ( sempre per motivi di difficoltà ed economicità di costruzione)
Ecco cosa significa quel 3.5 - 5.6 che c’è scritto sull'obiettivo kit di base di molte fotocamere economiche, significa che a 18mm il diaframma si apre al massimo a f3.5 mentre quando lo zoom é a 55mm (ovvero 3X) il diaframma si chiude un po’ fino a f 5.6, per compensare la perdita di qualità della lente.
Ovviamente più si chiude il diaframma, più buio diventa il mirino e più scura diventa la foto (che va compensata con altri fattori come gli iso o il tempo) e soprattutto piú lento diventa l’autofocus!
Il sistema di autofocus delle reflex richiede un obiettivo luminoso per essere veloce…

(Aggiornamento del 14/12/2014)
Il diametro: stampato sul fronte degli obiettivi é solito trovare il simbolo del diametro e un numero espresso in millimetri, solitamente Ø52mm, Ø58mm, Ø58mm Ø82mm.
Tale Ø sta a indicare il diametro della filettatura frontale dell'obiettivo dove andrá poi avvitato il filtro... Da non confondere con il diametro dell'attacco alla reflex o con il diametro della lente frontale!
Quando vorrete comprare un filtro per esempio UV oppure un polarizzatore, dovrete acquistarlo adatto al vostro obiettivo, e quindi dello stesso diametro.
Ci sono poi degli adattatori con i quali é possibile mettere dei filtri su obiettivi con diametro inferiore, ma ai e poi mai mettere filtri con diametro piú piccolo a quello dell'obiettivo, perché altrimenti vedrete i bordi sulla foto.
Se avete piú obiettivi con diametri diversi, vi consiglio di acquistar eil filtro per quello piú grande e poi con degli anelli adattatori potrete avvitarli anche sugli altri.

Quindi un obiettivo più costoso e con diaframma più aperto porterà
Vantaggi:
- migliore autofocus
- più luminosità sul mirino
- più luminosità alla foto e quindi possibilità di scattare con tempi più brevi e iso  più bassi
- maggiore sfuocato sullo sfondo (questo lo spiegherò meglio in un altro post)
- migliore nitidezza poiché le lenti sono di maggior pregio
- piú soddisfazioni

Svantaggi:
MOLTI MENO SOLDI NEL PORTAFOGLIO!!!
Se ne vale la pena oppure no dipende solo da quanto appassionati siete e da quanto avete voglia di imparare e andare avanti in questa passione.
Io ho investito parecchio nell’attrezzatura fotografica, in prevalenza negli obiettivi, ma l’ho fatto dopo una decina di anni che scattavo… col senno di poi avrei acquistato attrezzatura professionale fin da subito, ma chi mai avrebbe detto che sarei arrivato fino ai livelli piú alti della fotografia?
All’epoca non lo sapevo…
Ed è giusto così… partire dl basso secondo me è utile per imparare i limiti degli strumenti e per ingegnarsi nei modi più disparati ad aggirare i limiti della tecnologia. Secondo me bisogna partire dal basso per comprendere davvero la fotografia.
Se veramente dentro di voi vi sentite appassionati, se notate possibilità di miglioramento in ogni foto e comprendete i vostri errori dai vostri lavori, beh investite…
Dateci dentro!
E ricordate di investire negli obiettivi, prima che nella macchina…
A meno che non abbia delle funzioni particolari che vi servano assolutamente…
Ma non necessariamente una grande foto viene scattata con una grande macchina… Foto di qualità possono essere scattate anche con compatte, purché queste abbiamo i controlli manuali affinché possiate governarli e comprenderne gli effetti.
Ricordatevi che:
Siete voi a fare la foto…
Siete voi a studiare la scena…
Siete voi che, con lo zaino in spalla, scalate la vette in cerca di una scena mozzafiato…
Siete voi a strappare un sorriso ad un bimbo per rubare un ritratto…
Siete voi che manipolate le tecniche fotografiche per creare nuovi effetti e nuovi stili…
Siete voi a reinventare la fotografia…
Lasciate perdere il fotografo professionista o il più tipico fotografo negoziante che vi tratta da pivelli… magari lo siete anche, sono stati anche loro dei principianti un tempo, nessuno nasce fotografo…
Ma, mai mai mai mai mai mai mai mai sottovalutare voi stessi, mai lasciar perdere un momento che vi colpisce o una scena piacevole. Mai!
Scattate!... magari non sará un bellissimo scatto, ma sicuramente avrete imparato qualcosa… È un pezzetto di esperienza in piú.
Se lo sentite dentro di voi, continuate in questa passione bellissima…

NELLA FOTOGRAFIA SBAGLIERETE, ANCHE DOPO 100 ANNI DI ESPERIENZA… E SARÁ PROPRIO DA UN ERRORE CHE TRATTERE IL VOSTRO SCATTO MIGLIORE.

Vi lascio gustandovi una foto scattata con il Canon EF 50mm f/1.8 montato su fotocamera FullFrame Canon Eos 6D.
Questo obiettivo costa molto poco (meno di 100€ e offre una qualitá superba rispetto al prezzo, é un po' rumoroso e grezzo ma la soddisfazione fa passare in secondo piano queste caratteristiche. Per chi inizia fotografia ma anche per molti fotoamatori evoluti come me é un grande obiettivo da avere sempre con se. Va ricordato che su Aps-c, come le 500D 600D 700D etc questo obiettivo diventa un 80mm!!!).

Ciao a tutti, al prossimo post ;-)
Si tratta di un noto pittore Veneziano, ritratto nella galleria di sua proprietá G&B studia d'arte contemporanea sito in Mestre (VE).

CORSO DI FOTOGRAFIA 4# - IL DIAFRAMMA


IL DIAFRAMMA

Esempio di effetto Bokeh sfocato
Il diaframma é un meccanismo situato all'interno dell'obiettivo composto da un determinato numero di lamelle che sovrapponendosi allargano o restringono il diametro di un foro centrale. Il numero di lamelle varia da obiettivo a obiettivo e in generale più é alto il numero di lamelle e più uniforme sarà l'effetto bokeh sullo sfondo e più omogeneo risulterà lo sfocato. L'effetto bokeh é quel tipico effetto che fa diventare le luci sfocate dei dischi enormi colorati, é molto piacevole per esempio sull'albero di Natale.

Il diaframma funge da regolatore di luce: proprio come un rubinetto regola il flusso di un fluido, il diaframma regola il flusso di luce in entrata verso il sensore, piú si chiude e meno luce passa.

Il valore che determina il diaframma é f . 







Ad un valore basso di f corrisponde un diaframma molto aperto e quindi una foto luminosa ad un valore molto alto di f corrisponde una foto meno luminosa.
Tutto a questo ovviamente  a paritá di tempo di scatto, va da se che posso compensare la minor luce che entra nel sensore avendo un diaframma chiuso con un tempo di scatto più lungo...
É come aprire molto i rubinetto e riempire il bicchiere in poco tempo oppure chiudere un po' il rubinetto e riempire il bicchiere piano piano...

Esempio di variazione del diaframma in un obiettivo
   F / 2                                 F / 2.8                                   F / 4                                  F / 8                                  F / 11     
Il diaframma però HA UN ALTRO EFFETTO SULLA FOTO...

Oltre a regolare la quantità di luce, il diaframma regola la profondità di campo, che giá ho descritto in precedenza in questo post.
In breve, la profondità di campo é quello spazio che delimita la zona a fuoco in una scena, ovvero tuto ció che vi sta all'interno é a fuoco mentre tutto ció che vi sta all'esterno é sfocato.

Chiudendo il diaframma aumenta la profondità di campo, ció significa che al chiudersi del diaframma piú soggetti  nella scena vanno a fuoco...
Se dovessimo fotografare delle persone in fila riprese da davanti, e quindi in profondità, non riusciremmo mai a fotografarle tutte con un diaframma aperto, bisogna chiuderlo quel che basta affinché tutti i soggetti siano compresi nel campo di messa a fuoco (profondità di campo).
Nella fotografia paesaggistica, dove sia il soggetto in primo piano (per esempio una roccia) che il soggetto sullo sfondo (per esempio il mare) devono essere a fuoco, si tende a chiudere molto il diaframma, spesso anche a f /16 o f /20, in questo modo tutto la scena risulta a fuoco, allungherò i tempi di scatto considerevolmente, nei tramonti a volte scatto anche per piú di un minuto.

Il diaframma ha quindi due effetti sulla fotografia:
- chiudendosi diminuisce la luce in entrata
- chiudendosi aumenta la profondità di campo quindi piú soggetti a fuoco

Il diaframma é solitamente posto al centro dello schema ottico di un obiettivo, e chiudendosi fa passare la luce solo al centro delle lenti, il risultato é che la foto viene scattata utilizzando solo la parte centrale di ogni lente, che é sempre quella piú nitida.
Ogni lente, anche quella di un occhiale, ha una parte piú nitida (la parte centrale) e una parte meno nitida (la parte esterna), questo per motivi tecnici di costruzione, pertanto il diaframma chiudendosi sfrutta solo la parte piú nitida di una foto.
Aberrazione cromatica dovuta a un
diaframma troppo chiuso.
Foto tratta da Wikipedia
Ció significa che chiudendo il diaframma aumenta la nitidezza della foto.

Chiudendolo troppo peró si ottiene l'effetto contrario: se il foto dove passa la luce é troppo piccolo la luce tende a scomporsi e la qualitá di un'immagine cala davvero drasticamente!

In generale é valido quasi per tutti gli obiettivi che tra f /8 e f /11 si ottiene la qualitá maggiore permessa da ogni obiettivo...
Prima di f/8 e dopo f/11 la qualità scende. Però prima di f/8 abbiamo uno sfocato sullo sfondo piú omogeneo e pulito, mentre dopo f/11 otteniamo una foto con quasi tutti i soggetti a fuoco, sia vicini che lontani.
Il giusto compromesso lo dovete scegliere voi, sta a voi scegliere a cosa dare priorità in base al messaggio che volete comunicare.
Un ritratto per esempio non richiede troppa nitidezza, andrebbe ad accentuare i difetti della pelle (a meno che non sia questo il vostro scopo) é bene quindi scattare con un diaframma aperto, sfocando lo sfondo e dando risalto al soggetto.
In una foto paesaggistica dobbiamo dare risalto ai dettagli della scena e mettere a fuoco ogni soggetto, quindi imposteremo un compromesso tra profondità di campo e qualità, che solitamente é f/16.

Varie occasioni e scenari:
- Fotografia notturna: diaframma apertissimo inferiore a f/4 (2.8 sarebbe ottimo, meglio se su grandangolo)... Serve molta luce in entrata per poter vedere quello che noi a occhio nudo non vediamo
- Fotografia sportiva: diaframma medio, circa f/8... Per evitare una errata maf (messa a fuoco = maf) é bene chiudere un po'il diaframma ottenendo una profondità di campo maggiore che puó salvarci in caso di una errata messa a fuoco e ci consenta di trarre il maggior dettaglio dalla foto. In condizioni di scarsità di luce siamo ovviamente costretti a riaprire il diaframma per evitare tempi lenti che causerebbero inevitabilmente mosso.
- Fotografia paesaggistica: diaframma chiuso, circa f/11 o f/16... Dobbiamo trovare un compromesso tra profondità di campo elevata per avere tutto a fuoco ma allo stesso tempo trarre un buon dettaglio dalla scena.
- Ritratto: diaframma molto aperto, circa f/1.8 o comunque non superiore a f/4... É bene in un ritratto ricevere molta luce, e dare risalto al soggetto sfocando tutto il resto. Non importa se si perde dettaglio, ciò nasconderà i difetti della pelle.
- Fotografia naturalistica e avi-faunistica: diaframma aperto o non superiore a f/8... Nella fotografia avi-faunistica si racchiudono fotografia ritrattistica, sportiva e naturalistica, e credo sia anche il tipo di fotografia piú difficile e tecnico. Il diaframma deve creare un compromesso tra una corretta messa a fuoco, uno sfocato omogeneo sullo sfondo e un buon dettaglio... pertanto si scatta solitamente ad un diaframma appena appena piú chiuso rispetto al minimo che permette l'obiettivo.

Conclusione:
Il diaframma regola la luce e la profonditá di campo...
Chiudendo il diaframma entra meno luce ma si mettono a fuoco piú soggetti.
La minor luce pió essere compensata dall'aumento del tempo di scatto o dall'aumento degli iso, quindi il maggior contribueto che il diaframma da alla fotografia é la variazione della profonditá di campo, che é l'unico effetto che non si puó riprodurre al computer, ed é proprio per questo motivo che invito a investire sugli obiettivi piuttosto che sulla reflex.

DIAFRAMMA = VARIAZIONE PROFONDITÁ DI CAMPO.
Variazione della profondità di messa a fuoco