martedì 9 dicembre 2014

CORSO DI FOTOGRAFIA 4# - IL DIAFRAMMA


IL DIAFRAMMA

Esempio di effetto Bokeh sfocato
Il diaframma é un meccanismo situato all'interno dell'obiettivo composto da un determinato numero di lamelle che sovrapponendosi allargano o restringono il diametro di un foro centrale. Il numero di lamelle varia da obiettivo a obiettivo e in generale più é alto il numero di lamelle e più uniforme sarà l'effetto bokeh sullo sfondo e più omogeneo risulterà lo sfocato. L'effetto bokeh é quel tipico effetto che fa diventare le luci sfocate dei dischi enormi colorati, é molto piacevole per esempio sull'albero di Natale.

Il diaframma funge da regolatore di luce: proprio come un rubinetto regola il flusso di un fluido, il diaframma regola il flusso di luce in entrata verso il sensore, piú si chiude e meno luce passa.

Il valore che determina il diaframma é f . 







Ad un valore basso di f corrisponde un diaframma molto aperto e quindi una foto luminosa ad un valore molto alto di f corrisponde una foto meno luminosa.
Tutto a questo ovviamente  a paritá di tempo di scatto, va da se che posso compensare la minor luce che entra nel sensore avendo un diaframma chiuso con un tempo di scatto più lungo...
É come aprire molto i rubinetto e riempire il bicchiere in poco tempo oppure chiudere un po' il rubinetto e riempire il bicchiere piano piano...

Esempio di variazione del diaframma in un obiettivo
   F / 2                                 F / 2.8                                   F / 4                                  F / 8                                  F / 11     
Il diaframma però HA UN ALTRO EFFETTO SULLA FOTO...

Oltre a regolare la quantità di luce, il diaframma regola la profondità di campo, che giá ho descritto in precedenza in questo post.
In breve, la profondità di campo é quello spazio che delimita la zona a fuoco in una scena, ovvero tuto ció che vi sta all'interno é a fuoco mentre tutto ció che vi sta all'esterno é sfocato.

Chiudendo il diaframma aumenta la profondità di campo, ció significa che al chiudersi del diaframma piú soggetti  nella scena vanno a fuoco...
Se dovessimo fotografare delle persone in fila riprese da davanti, e quindi in profondità, non riusciremmo mai a fotografarle tutte con un diaframma aperto, bisogna chiuderlo quel che basta affinché tutti i soggetti siano compresi nel campo di messa a fuoco (profondità di campo).
Nella fotografia paesaggistica, dove sia il soggetto in primo piano (per esempio una roccia) che il soggetto sullo sfondo (per esempio il mare) devono essere a fuoco, si tende a chiudere molto il diaframma, spesso anche a f /16 o f /20, in questo modo tutto la scena risulta a fuoco, allungherò i tempi di scatto considerevolmente, nei tramonti a volte scatto anche per piú di un minuto.

Il diaframma ha quindi due effetti sulla fotografia:
- chiudendosi diminuisce la luce in entrata
- chiudendosi aumenta la profondità di campo quindi piú soggetti a fuoco

Il diaframma é solitamente posto al centro dello schema ottico di un obiettivo, e chiudendosi fa passare la luce solo al centro delle lenti, il risultato é che la foto viene scattata utilizzando solo la parte centrale di ogni lente, che é sempre quella piú nitida.
Ogni lente, anche quella di un occhiale, ha una parte piú nitida (la parte centrale) e una parte meno nitida (la parte esterna), questo per motivi tecnici di costruzione, pertanto il diaframma chiudendosi sfrutta solo la parte piú nitida di una foto.
Aberrazione cromatica dovuta a un
diaframma troppo chiuso.
Foto tratta da Wikipedia
Ció significa che chiudendo il diaframma aumenta la nitidezza della foto.

Chiudendolo troppo peró si ottiene l'effetto contrario: se il foto dove passa la luce é troppo piccolo la luce tende a scomporsi e la qualitá di un'immagine cala davvero drasticamente!

In generale é valido quasi per tutti gli obiettivi che tra f /8 e f /11 si ottiene la qualitá maggiore permessa da ogni obiettivo...
Prima di f/8 e dopo f/11 la qualità scende. Però prima di f/8 abbiamo uno sfocato sullo sfondo piú omogeneo e pulito, mentre dopo f/11 otteniamo una foto con quasi tutti i soggetti a fuoco, sia vicini che lontani.
Il giusto compromesso lo dovete scegliere voi, sta a voi scegliere a cosa dare priorità in base al messaggio che volete comunicare.
Un ritratto per esempio non richiede troppa nitidezza, andrebbe ad accentuare i difetti della pelle (a meno che non sia questo il vostro scopo) é bene quindi scattare con un diaframma aperto, sfocando lo sfondo e dando risalto al soggetto.
In una foto paesaggistica dobbiamo dare risalto ai dettagli della scena e mettere a fuoco ogni soggetto, quindi imposteremo un compromesso tra profondità di campo e qualità, che solitamente é f/16.

Varie occasioni e scenari:
- Fotografia notturna: diaframma apertissimo inferiore a f/4 (2.8 sarebbe ottimo, meglio se su grandangolo)... Serve molta luce in entrata per poter vedere quello che noi a occhio nudo non vediamo
- Fotografia sportiva: diaframma medio, circa f/8... Per evitare una errata maf (messa a fuoco = maf) é bene chiudere un po'il diaframma ottenendo una profondità di campo maggiore che puó salvarci in caso di una errata messa a fuoco e ci consenta di trarre il maggior dettaglio dalla foto. In condizioni di scarsità di luce siamo ovviamente costretti a riaprire il diaframma per evitare tempi lenti che causerebbero inevitabilmente mosso.
- Fotografia paesaggistica: diaframma chiuso, circa f/11 o f/16... Dobbiamo trovare un compromesso tra profondità di campo elevata per avere tutto a fuoco ma allo stesso tempo trarre un buon dettaglio dalla scena.
- Ritratto: diaframma molto aperto, circa f/1.8 o comunque non superiore a f/4... É bene in un ritratto ricevere molta luce, e dare risalto al soggetto sfocando tutto il resto. Non importa se si perde dettaglio, ciò nasconderà i difetti della pelle.
- Fotografia naturalistica e avi-faunistica: diaframma aperto o non superiore a f/8... Nella fotografia avi-faunistica si racchiudono fotografia ritrattistica, sportiva e naturalistica, e credo sia anche il tipo di fotografia piú difficile e tecnico. Il diaframma deve creare un compromesso tra una corretta messa a fuoco, uno sfocato omogeneo sullo sfondo e un buon dettaglio... pertanto si scatta solitamente ad un diaframma appena appena piú chiuso rispetto al minimo che permette l'obiettivo.

Conclusione:
Il diaframma regola la luce e la profonditá di campo...
Chiudendo il diaframma entra meno luce ma si mettono a fuoco piú soggetti.
La minor luce pió essere compensata dall'aumento del tempo di scatto o dall'aumento degli iso, quindi il maggior contribueto che il diaframma da alla fotografia é la variazione della profonditá di campo, che é l'unico effetto che non si puó riprodurre al computer, ed é proprio per questo motivo che invito a investire sugli obiettivi piuttosto che sulla reflex.

DIAFRAMMA = VARIAZIONE PROFONDITÁ DI CAMPO.
Variazione della profondità di messa a fuoco



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