mercoledì 10 dicembre 2014

CORSO DI FOTOGRAFIA 5# - LA PROFONDITÁ DI CAMPO

LA PROFONDITÁ DI CAMPO

Lo sfondo sfocato su una fotografia è uno dei maggiori desideri di un fotografo principiante, infatti un buon sfondo omogeneo e sfumato è molto spesso indice di una foto pulita e piacevole, nonché di una foto professionale.
Lo sfondo sfocato ha origine da una scarsa profondità di campo.
E vi starete chiedendo: cos’é la profondità di campo?
La profondità di campo è quell’area in cui il soggetto è a fuoco… Se spostate la messa a fuoco vi accorgerete che questa agisce in profonditá, ovvero si sposta piú vicino a voi o piú lontano, come se fosse racchiusa da due limiti oltre i quali tutto è sfuocato e all’interno dei quali è tutto a fuoco. La distanza tra questi due limiti si chiama profonditá di campo. Piú è elevata la profonditá di campo e piú è grande lo spazio in cui il soggetto è a fuoco.

Cominciamo dall’inizio, nel mio precedente articolo ho spiegato cosa sia la messa a fuoco ( e puoi leggerlo qui ), dove ho ben descritto ch eun'immagine a fuoco lo é perché tutti i fasci di luce derivanti dai soggetti interessati convergono in un solo punto sul sensore della fotocamera (questo a grandi linee, per comprendere meglio questo argomento vi invito a leggere tutto il post sulla messa a fuoco).
Questi fasci creano quindi un sorta di cono che va dal soggetto al sensore, con la punta rivolta verso il sensore.

Spesso vediamo sia foto con soggetti a fuoco e con uno sfondo completamente sfocato, oppure nel caso di foto paesaggistiche tutta l’immagine a fuoco ( dove sia il soggetto in primo piano che il panorama-sfondo sono a fuoco).
Questi due casi sono l’uno l’opposto dell’altro, ovvero il primo ha una profondità di campo ridotta mentre il secondo caso ha una profondità di campo molto elevata.

Immaginate che di fronte a voi e alla vostra fotocamera ci siano due lastre di vetro enormi… enooooormi!!… al cui interno i soggetti sono a fuoco mentre all'esterno  sono sfocati.
Avete quindi creato tre aree, uno davanti a voi che parte dalla fotocamera fino alla prima lastra, uno che va dalla prima lastra alla seconda e una che va dalla seconda lastra fino all'infinito.
Tutto ciò che è fuori dallo spazio tra le due lastre è sfuocato, sia davanti che dietro, mentre tutto ciò che sta all'interno è a fuoco.
La profondità di campo è lo spazio che intercorre tra le due lastre.
Se dentro alle due lastre ci sta a malapena il soggetto allora si dice che la profondità di campo è ridotta, se invece ci stanno più soggetti allora si dice che la profondità di campo è elevata.



In poche parole ogni volta che ruotate la ghiera di messa a fuoco state spostando queste due lastre (sempre nell'immaginario), e per mettere a fuoco le spostate affinché contengano il soggetto.
La distanza tra queste lastre però non è sempre fissa (e per fortuna!), e varia a seconda di alcuni parametri:
i principali parametri sono: la focale intesa in millimetri (ovvero lo zoom, che ho descritto molto bene nel mio post sugli obiettivi, qui che vi invito ardentemente a leggere nel caso voleste acquistare un nuovo obiettivo o vi cimentaste per la prima volta nella scelta di una reflex) e il diaframma (che verrá spiegato qui ).
- Focale: Piú voene ingrandita l’inquadratura attraverso lo zoom, e piú le due lastre si avvicinano, e quindi si restringono sul soggetto, creando maggior sfuocato al di fuori di esso, questo puó essere un vantaggio se ci piace uno sfondo sfuocato e quindi diamo elevata importanza alla qualitá dell’immagine e al suo lato artistico, ma è un grosso problema per la messa a fuoco: se le due lastre si avvicinano sará molto piú difficile mantenere il soggetto all'interno di esse  (nel caso di un soggetto in movimento) e questo mette in crisi sia voi che il sistema di messa a fuoco che deve essere molto preciso per inseguire un soggetto in movimento come una macchina, un cane o ancor peggio un uccello (piccolo e scattoso).
- Il diaframma, ovvero: piú si apre il diaframma e piú i piani-lastre si avvicinano tra loro, diciamo che aprendo il diaframma si ottiene, nella profonditá di campo, lo stesso effetto dello zoom.
Per "aprire il diaframma" si intende abbassare il numero che sta dopo il simbolo f, per esempio in fotografia diaframmi aperti sono f1.8, f2.8, f4…Mentre diaframmi chiusi sono f22, f30, f32.
Il diaframma lo tratteró in un altro articolo (quihttp://gabrielepavan.blogspot.it/2014/12/corso-di-fotografia-il-diaframma.html) ma sostanzialmente è un foro formato da piccole lamelle che consentono di variarne il diametro, quindi in sostanza è un foro di dimensioni variabili che fa entrare piú o meno luce nel sensore e che al suo chiudersi oltre a far diminuire la luce in entrata fa anche separare le due lastre che contengono il soggetto e quindi aumentano la profonditá di campo.
Quindi, se uso un teleobiettivo e zoomo molto, creo piú sfocato sullo sfondo ma fatico a mantenere il soggetto a fuoco perché le due lastre sono molto vicine. Anzi, non è nemmeno detto che tutto il soggetto sia a fuoco! Fotografando un cavallo per esempio di fronte, potremmo avere a fuoco la testa del cavallo ma non il cavaliere (o viceversa), quindi per compensare questo problema chiudo il diaframma e aumento la profondità di campo (ovvero la distanza tra le due lastre) finché tutto il soggetto risulti a fuoco…
Chiudere il diaframma puó tornare utile in fotografia sportiva perché anche se la messa a fuoco è errata (di poco peró!) è probabile che il soggetto sia rimasto a fuoco…
Nella fotografia paesaggistica è buona norma di composizione riempire il fotogramma con un soggetto molto vicino e uno sfondo molto lontano, per esempio un ramo intrecciato in primo piano e il tramonto sul mare in secondo piano sullo sfondo. Se mettiamo a fuoco il ramo e teniamo una profonditá di campo ridotta (lastre molto vicine tra loro) allora il tramondo verrá sfocato e, a meno che non sia creato appositamente come effetto artistico, questa foto risulterá poco piacevole. Per mettere a fuoco sia il ramo che il tramonto dovró chiudere molto il diaframma fino anche a f16 (che è il valore che piú spesso uso nei paesaggi) in modo da aumentare drasticamente la profonditá di campo (quindi allontanare le lastre tra loro) finché tutti i soggetti, sia il tramonto che il ramo, siano a fuoco.
Problema:
Un diaframma molto chiuso fará entrare pochissisma luce, e saró costretto ad aumentare i tempi di scatto e quindi ad usare il cavalletto… ma questo lo spiegheró in un altro articolo piú avanti.



La ricerca dello sfondo sfuocato va di pari passo alla ricerca di qualitá e di nitidezza in una foto e di conseguenze alla ricerca di attrezzature sempre piú professionali e costose.
Un buon compromesso per avere un buon sfuocato sullo sfondo é quello di usare un teleobiettivo (come un Canon EF 55-250) zoomare al massimo e avvicinarsi molto al soggetto (nei limiti della messa a fuoco), oppure acquistare un obiettivo molto economico come il Canon Ef 50mm f1.8 il cui prezzo si aggira sui 100€.


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